Resistere o abbandonarsi alla folla è una delle prime scelte che si devono fare quando si viaggia in Cina, in città ad alta concentrazione di individui, per strada, in metro, sui treni è necessario conquistarsi il proprio spazio: dopo qualche giorno di pratica a Pechino si capisce che la soluzione è buttarsi e galleggiare stretti in eroica compressione.
Conquistata questa attitudine, la città si mostra nella sua eterna bellezza e quotidiana ipertecnologia. Tra alcune particolarità come le telecamere a ogni lampione come a Sanlitum, un’area di grattacieli e vita notturna del distretto Chaoyang e i bagni pubblici del giardino del Tempio del Cielo, in cui la carta igienica si ottiene solo con il riconoscimento facciale, Pechino, in ogni suo vicolo, monumento, giardino o piazza trasmette energia.

Nell’inarrestabile crescita dell’architettura cittadina, tra gli storici edifici a base quadrata siheyuan, lo stile architettonico pechinese, si snodano gli ultimi hutong, i vicoli che caratterizzano il centro di Pechino e qui, tra souvenir e curiosità, ci si può perdere nel passaggio tra passato e futuro. Wangfujing, una delle vie principali e più frequentate della città, nel distretto centrale di Dongcheng, rappresenta uno dei nodi della vitalità della capitale, tra negozi chic come a Parigi e sperimentazioni culinarie dell’ottimo se pur a volte estremo cibo di strada. Ed è in questa zona che è stato inaugurato il cinque stelle Mandarin Oriental Wangfujing (mandarinoriental.com) boutique hotel con vista sulla Città Proibita.

All’ingresso, lampadari colorati a forma di pesce creati con centinaia di frammenti di fòrmica e firmati da Frank Gehry, mentre le tonalità delle antiche ceramiche Longquan Celadon sono state di ispirazione per le trame dei tappeti che ornano il Mandarin Wangfujing.

Le stanze sono sontuose e le suite appartamenti con giardini e terrazza, la Suite Presidenziale ricorda gli interni di antiche e nobili dimore.

I due ristoranti, Café Zi e Mandarin Grill + Bar e il MO Bar si affacciano sul giardino della terrazza all’ultimo piano dell’hotel e sono stati progettati dal desiger newyorkese Adam D. Tihany che ha messo in risalto un’atmosfera intima, tra sedie in legno scuro e tavolini semicircolari.

La SPA del Mandarin Oriental Wangfujing è uno dei tesori dell’hotel di Pechino: le 4 suite per i trattamenti, il centro fitness e la piscina di 25 metri illuminata dalla luce naturale che attraverso le vetrate del soffitto, sono state studiate sia per rilassare sia per energizzare gli ospiti, in ambienti di riservatezza e silenzio. Nella Mirror Suite si lavora sul rilassamento mentale e fisico: si utilizzano il trattamento Gharieni con la sabbia di quarzo e la terapia con le campane tibetane i cui suoni ristabiliscono le normali frequenze vibratorie nel sistema corpo-mente-spirito in squilibrio. La Flower Suite, una suite di coppia dal tema marocchino, è organizzata con un hammam tradizionale dove si utilizzano fanghi, minerali, miele e olio d’oliva per levigare la pelle, mentre la Water Suite offre terapie curative e massaggi.

Alla cura delle bellezza per viso e corpo è dedicata la Moon Suite dove per ridurre le rughe e illuminare il viso si utilizza il Venus Freeze Plus™, combinazione di radio frequenza multipolare e campi magnetici pulsati, e prodotti natura Bissé e Aromatherapy Associates. Il trattamento Emperor Longevity prevede l’uso della giada verde di Xiuyan, la tecnica dei meridiani Gua Sha e il caldo secco della sabbia di quarzo: un’ispirazione dal cuore della città imperiale e dalla sua antica saggezza medica.
Con i benefici della SPA, come meta per la sera o come inizio della giornata, si può programmare una camminata sulla grande Muraglia, da cui tutto il mondo circostante si apre in una indimenticabile visione, tra gradini e dislivelli altrettanto indimenticabili.